Capolavori della lirica vocale di Rachmaninov.
Le romanze di Rachmaninov sono state molto apprezzate per la loro intensità emotiva e la loro abilità musicale, e sono considerate un contributo fondamentale al repertorio del Lied russo.
Maestra Chislova
11/12/20253 min read


Le romanze di Sergej Rachmaninov da tempo entrate saldamente nel patrimonio d’oro della musica classica russa, competendo in popolarità con le composizioni per pianoforte. Il compositore ha creato circa 80 romanze, la maggior parte delle quali basate su testi di poeti lirici russi della seconda metà del XIX secolo e dei primi anni del XX secolo.
È proprio nel genere della romanza che emerge con maggiore evidenza il genio melodico di Rachmaninov: ampia cantabilità e la “infinità” espressiva della melodia, espressività sensuale e vivacità del colore nazionale.
È notevole che in circa 25 anni di attività in Russia (fino al 1917), Rachmaninov abbia scritto più di ottanta romanze,negli anni successivi all’estero non creò alcun grande ciclo vocale russo.
Il primo da menzionare è “Acque primaverili” (su testi di Fëdor Tjutčev). Fa parte del ciclo “12 Romanze, Op. 14” (circa 1894‑96) e fu pubblicato nel 1896. Questo brano è caratterizzato da un brillante inizio immaginifico, la musica sembra “irradiata di luce solare”, pervasa da un senso di gioiosa elevazione e esultanza, simbolizzando il risveglio della natura e della giovinezza. L’accompagnamento pianistico non è più solo sfondo, ma diventa un partner espressivo della voce, rafforzando le immagini, il movimento e l’emotività.
I campi sono ancora coperti di neve bianca,
Ma già ì torrenti sono in vena di primavera,
Corrono e svegliano le assonnate sponde,
Corrono e risplendono, e a gran voce
Annunciano alla terra intera:
"La primavera viene, viene la primavera!
Noi siamo gli araldi del suo arrivo,
È lei che ci ha mandato.
Primavera viene, viene la primavera!"
E i quieti, caldi giorni dì maggio
La seguono, in un gioioso,
Roseo girotondo.
Il passo successivo è “Non cantare, bellezza, davanti a me” (su testi di Aleksandr Puškin). Sebbene non sia nota la data esatta di composizione, appartiene al primo periodo creativo di Rachmaninov, quando stava ancora formando il suo stile vocale e sperimentando con la letteratura e la melodia. In quest’opera emerge un leggero colore “orientale”, ma interpretato con delicatezza. L’accento è sul sentimento interiore, sulla malinconia nostalgica per una “vita diversa”. La musica manifesta un lirismo intimo e la voce non collabora ancora pienamente con il pianoforte: l’accompagnamento sostiene la voce più che dialogarvi alla pari.
Non cantare bella davanti a me
I tuoi tristi canti georgiani;
Che essi mi ricordano
Un'altra vita in terre lontane.
Il tuo canto struggente
Richiama la memoria
Della steppa, della notte, della luna,
Del volto di un'umile fanciulla.
Se guardo te, posso dimenticare
Quella bella, fatale immagine;
Ma quando canti,
Essa torna a tormentarmi.
Passiamo alla fase matura (circa 1900‑02) quando Rachmaninov crea il ciclo “12 Romanze, Op. 21”. In esso voce e pianoforte diventano partner alla pari, e il testo poetico riceve il supporto di una profonda musicalità.
Proprio in questo ciclo si trova il romanzo “Siren’” (su testi di Elena Beketova). La storia di questo brano è piena di poesia, la musica “irraggia la freschezza di un primo mattino di primavera”, l’intreccio pianistico dipinge il leggero oscillare dei rami profumati e la linea vocale cresce in una cantilena melodiosa. Si racconta che dopo uno dei concerti, Rachmaninov ricevette un grande mazzo di lillà bianco senza firma. Da allora ovunque si esibisse, gli veniva regalato il lillà. Adornava sempre i suoi concerti e le stanze degli hotel e per il compleanno riceveva lo stesso mazzo candido. Questa storia sottolinea il legame personale del compositore con l’immagine del lillà. La romanza è segnata da eccezionale naturalezza e semplicità, combinando sentimento lirico con immagini della natura.
Al mattino, all’alba,
Sull’erba coperta di rugiada,
Andrò a respirare l’aria fresca del mattino;
E nell’ombra profumata,
Dove l’ibisco si stringe,
Andrò a cercare la mia felicità…
Nella vita una sola felicità
Mi è destinata a trovare,
E quella felicità vive tra i fiori di ibisco;
Sui rami verdi,
Sui grappoli profumati
Il mio povero destino fiorisce…
Nello stesso ciclo emerge il romanzo “Qui è bello” (su testi di Galina Galina), esempio di lirica contemplativa. Melodia ampia e fluida che crea un’atmosfera di pace e serenità, con la collaborazione di voce e pianoforte che evoca nella mente paesaggi infiniti della Russia. La composizione è “a un respiro” e la musica si distingue per la sua spiritualità ed espressività.
Qui è queto…
Guarda, in lontananza il fiume brucia come fuoco;
I prati distesi come tappeti colorati,
E le nuvole biancheggiano.
Qui non ci sono persone…
Qui regna il silenzio…
Qui ci sono solo Dio ed io.
I fiori, e la vecchia pineta,
E tu, mio sogno!
Infine nel periodo circa 1912‑16, l’ultima grande fase vocale russa di Rachmaninov, appaiono il ciclo “14 Romanze, Op. 34” e poi “6 Romanze, Op. 38”. In questa fase un posto particolare è occupato dal romanzo “Vocalise” (scritto il 21 settembre 1915, dedicato alla cantante Antonina Neždanova). Questo brano è notevole perché creato senza testo, il canto è eseguito su una sola vocale, sottolineando l’espressività musicale pura. La poetica del brano esprime una melodia “a un respiro”, che scorre liberamente ed è diventata simbolo del massimo virtuosismo nella linea melodica. Dopo questo periodo sul fronte vocale russo, Rachmaninov non compone più nuovi grandi cicli.




