Cultura musicale del Rococò
Maestra Chislova
9/13/20252 min read
Lo stile musicale rococò si manifesta nella sua forma più pura nelle opere dei grandi clavicembalisti francesi: François Couperin “il Grande” e Jean-Philippe Rameau. Loro contemporanei, meno noti oggi, seguivano lo stesso modello: Louis-Claude D’Aquin, Antoine Forqueray, André Campra, Joseph Bodin de Boismortier, Louis-Nicolas Clérambault, Marin Marais e molti altri. Tutti consideravano come precursore il grande Jean-Baptiste Lully.
Lo stile rococò in musica condivide le stesse caratteristiche della pittura e dell’architettura dell’epoca:
Abbondanza di ornamenti e melismi, simili alle linee sinuose delle rocaille decorative.
Predominanza di forme piccole e cameristiche, dettagliate e raffinate.
Assenza di forti contrasti e drammaticità.
Temi e immagini giocosi, galanti e civettuoli, simili a quelli delle opere di Boucher.
Il clavicembalo, strumento simbolo del Rococò e dello stile galante, incarnava perfettamente queste caratteristiche: piccolo, dal suono delicato e rapidamente decadente, ricco di dettagli e ornamenti decorativi, e capace di riempire lo spazio con fitte sequenze di note.
Anche nelle forme maggiori (opere, balletti, cantate) le caratteristiche rococò si manifestano pienamente:
Le grandi opere di Rameau e Campra erano costruite da piccoli numeri collegati secondo il principio della suite, talvolta senza un vero filo narrativo.
Esempi celebri: L’Indie galante di Rameau, Feste Veneziane e L’Europe galante di Campra.
Gli eroi mitologici erano rappresentati come galanti cavalieri e dame, vestiti con sontuosi costumi da mascherata.
Diffuso anche il genere pastorale, con pastori e pastorelle idealizzati e galanti, lontani dalla realtà contadina.
Nella musica strumentale predominavano miniature galanti, descrittive o danzanti, per clavicembalo, viola e talvolta flauto, violini o oboe. Si suonava spesso in forma di suite, che nel tempo si arricchiva di nuove parti:
Alla classica suite barocca (3-5 danze principali) si aggiungevano nuovi balli francesi come passpied, bourrée, menuet, pavana, gallarda.
Poi comparivano parti libere e fantasiose, con titoli ispirati a paesaggi, generi o persone.
In epoca Rococò la suite strumentale raggiunse l’apice della raffinatezza, grazie ai clavicembalisti, per poi decadere e scomparire dal repertorio professionale per circa un secolo.
Musica da salotto e giochi sonori
La musica rococò accompagnava banchetti e intrattenimenti aristocratici, privilegiando effetti giocosi, imitativi o scherzosi:
Celebri esempi di musica descrittiva: La Poule di Rameau o Petites moulins à vent di Couperin, entrambi pezzi per clavicembalo.
Questi brani stimolavano imitazioni e variazioni da parte di altri compositori, in linea con la tradizione barocca.
Alcuni effetti rappresentavano colleghi o abitudini professionali: notevole la Sonata-Quartetto di Guillaume Gémin, sottotitolata “Galanti e divertenti conversazioni tra flauto traverso, violino, viola da gamba e violoncello” (1743).
Nei salotti si eseguivano anche arie amorose lente o giocose, e trascrizioni di arie da opere di Rameau, Campra e Lully, adattate per clavicembalo o piccoli ensemble da camera.