La cultura musicale del Medioevo (V–XIV secolo)

Maestra Chislova

10/21/20252 min read

Nel Medioevo antico, l’intera cultura musicale si riduceva a due principali componenti. Da un lato c’era la musica sacra professionale, legittimata dalla Chiesa, in linea di massima unica per tutti i popoli cristiani (lingua comune – latino, canto comune – il canto gregoriano). Dall’altro lato vi era la musica popolare, spesso osteggiata dalla Chiesa, eseguita nelle lingue locali, legata alla vita quotidiana e all’attività dei musicisti girovaghi.

Nonostante la disparità di risorse e di sostegno (politico, materiale, sociale), la musica popolare si sviluppava intensamente e penetrava talvolta nella musica sacra, con inserzioni nel canto gregoriano. Tra queste ricordiamo i tropi e le sequenze, creati da musicisti talentuosi.

I tropi erano aggiunte testuali e musicali inserite nel mezzo del coro. Una varietà di tropo era la sequenza, composta da vocalizzi complessi. La loro nascita fu favorita dalla difficoltà di memorizzare lunghe melodie cantate su una sola vocale. Col tempo le sequenze si ispirarono a melodie popolari.

Tra gli autori delle prime sequenze si ricorda il monaco Notker Balbuziente del monastero di San Gallo (Svizzera, vicino al lago di Costanza). Notker (840-912) fu compositore, poeta, teorico musicale, storico e teologo, insegnava nella scuola monastica e godeva di grande reputazione nonostante la balbuzie. Per le sue sequenze utilizzava sia melodie note, sia composizioni originali.

Con il Concilio di Trento (1545-63) quasi tutte le sequenze furono eliminate dal culto liturgico, eccetto quattro. Tra queste la più nota divenne Dies irae (“Giorno dell’ira”), che racconta il Giorno del Giudizio. Successivamente fu introdotta anche una quinta sequenza, Stabat Mater (“La madre piangente”).

Il mondo profano influenzava il culto anche tramite gli inni, canti spirituali vicini alle canzoni popolari basate su testi poetici.

Dalla fine dell’XI secolo, nuove forme di creazione e esecuzione musicale si svilupparono in Europa occidentale, legate alla cultura cavalleresca. I cantori-cavalieri posero le basi della musica profana, integrando elementi della tradizione popolare (intonazioni popolari, collaborazione con musicisti itineranti). Talvolta i trovieri adattavano melodie popolari ai propri testi.

Il più grande risultato della musica medievale fu la nascita della polifonia professionale europea. Le origini risalgono al IX secolo, quando il canto gregoriano all’unisono fu talvolta sostituito dal canto a due voci.

Il primo tipo di organum a due voci fu l’organum parallelo, in cui il canto gregoriano veniva duplicato all’ottava, quarta o quinta. Successivamente nacque l’organum non parallelo, con movimenti contrari o indipendenti di una sola voce. Col tempo la voce che accompagnava il gregoriano diventò sempre più autonoma, dando vita al discanto (“canto separato”).

Il primo compositore noto a scrivere organum fu Leonino (XII secolo), maestro nella celebre cattedrale di Notre-Dame a Parigi, dove si sviluppò una grande scuola polifonica. La sua opera rientrava nell’ars antiqua (“arte antica”), termine con cui i musicisti del primo Rinascimento indicarono la polifonia sacra del XII–XIII secolo, contrapponendola all’ars nova (“arte nuova”).

All’inizio del XIII secolo, le tradizioni di Leonino furono proseguite da Perotino il Grande, che compose organum a 3 e 4 voci. Le voci superiori formavano talvolta organum a due voci contrastanti e utilizzavano abilmente la imitazione.

Durante l’epoca di Perotino si sviluppò anche un nuovo tipo di polifonia, il conduit, basato non sul gregoriano, ma su melodie popolari o liberamente composte.

Una forma ancora più audace fu il motetto, combinazione di melodie con ritmi e testi differenti, talvolta in lingue diverse, diffuso sia in chiesa, sia nelle corti nobiliari.

Lo sviluppo del canto polifonico, con la separazione della pronuncia di ogni sillaba tra le voci, richiese un perfezionamento della notazione musicale: nacque la notazione mensurale (dal latino mensura = misura), che permetteva di indicare altezza e durata relativa dei suoni.

Parallelamente si sviluppò la Messa, ciclo polifonico basato sui testi principali del culto cattolico, la cui forma rituale si definì nel corso di secoli. La forma completa della Messa si consolidò nel XIV secolo, diventando il principale genere musicale del Rinascimento.

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