La cultura musicale dell’antica Roma

Maestra Chislova

10/15/20252 min read

Tutte le informazioni sulla musica romana giunte fino a noi derivano da fonti letterarie dell’antichità e dai monumenti artistici dell’epoca. Purtroppo, nessuna notazione musicale originale si è conservata.

La musica aveva un ruolo importante nella vita quotidiana dei romani e si sviluppava secondo principi già emersi nel periodo ellenistico. Tuttavia, non solo i Greci influenzarono questo arte: molti elementi furono assimilati dai popoli orientali durante le campagne militari romane. La cultura etrusca, pur avendo un enorme impatto sulla civiltà romana, influenzò relativamente poco la musica, poiché presso gli Etruschi questo tipo di arte si sviluppava lentamente e non riceveva particolare attenzione.

In origine, la musica romana era piuttosto originale, e molti generi si riferivano alla vita quotidiana dei cittadini. Diffusi erano i canti sacerdotali, ossia canti e danze in onore degli dei, spesso preghiere musicali per chiedere buoni raccolti o fortuna in guerra. Poeti come Orazio e Virgilio divennero famosi, e le loro poesie erano cantate accompagnate da strumenti a corde pizzicate.

Lo sviluppo del teatro accelerò notevolmente la crescita della musica romana. Tra i generi più importanti vi era la pantomima, che combinava scenette teatrali, danza, orchestrazione e coro. Alcuni teorici dell’arte dell’antichità osservavano che molte rappresentazioni musicali, ereditate dai Greci, avevano perso il loro significato originale, diventando principalmente un intrattenimento per le masse.

Già nel I secolo d.C., l’imperatore Domiziano introdusse un nuovo tipo di competizione musicale, in cui i virtuosi si sfidavano nell’esecuzione di arpe e nel canto.

La passione per la musica era diffusa tra tutte le classi sociali. L’aristocrazia aveva naturalmente più possibilità: poteva possedere strumenti musicali domestici, come i precursori ad acqua degli organi. I romani più ricchi arrivavano a ingaggiare intere orchestre di schiavi, potendo così ascoltare musica in ogni momento. Ogni membro delle famiglie abbienti doveva imparare il canto o a suonare uno strumento, rendendo la professione di maestro di musica molto diffusa e rispettata.

La musica e il canto accompagnavano feste pubbliche, grandi celebrazioni e perfino i giochi gladiatori.

Tra gli strumenti più diffusi vi erano la kithara e l’aulos, rispettivamente una variante della lira e l’antenato del oboe, derivati dalle pratiche musicali greche. Tra i più abbienti erano molto apprezzati anche i hydrauloi, strumenti a tasti e a vento azionati ad acqua, simili agli organi moderni.

Anche nell’esercito la musica era diffusa, ma qui predominavano strumenti di origine etrusca, come lunghe trombe e corni di varie forme. Non mancavano nemmeno percussioni, utilizzate da musicisti di strada e dai sacerdoti dei culti di Dioniso e Iside.

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