La cultura musicale di Bisanzio
Maestra Chislova
10/17/20252 min read
L’inizio simbolico di Bisanzio è considerato l’anno di fondazione di Costantinopoli (330 d.C.), città la cui caduta nel 1453 segnò la fine dell’impero. Bisanzio conservò molte tradizioni della civiltà e cultura antica, costituendo una civiltà distinta, contemporanea ma non identica all’Europa medievale occidentale. In Bisanzio la fede cristiana si combinava con l’ideologia imperiale della “Sacra Potenza”, radicata nelle idee della cittadinanza romana.
La musica bizantina si basava su elementi molto diversi per origine etnica e livello culturale: greci tardi, romani, siri, slavi (bulgari, russi antichi), armeni e georgiani. Ciò era dovuto alla complessità etnica della popolazione e alla assenza di una lingua unica: l’aristocrazia parlava greco, i contadini siro, e i numerosi coloni slavi la loro lingua.
La base della cultura bizantina era la musica popolare locale, prevalentemente siriaca. In siriaco si cantavano inni molto diffusi nel folklore. Tra gli autori più noti della creazione di inni spicca Efrem il Siro (IV secolo).
Anche nella musica sacra bizantina la base era l’inno, proveniente dalla cultura popolare. Gli inni bizantini si distinguevano per la loro ricchezza melismatica, maggiore rispetto alla psalmodia romana, rispecchiando l’etichetta di corte dei sovrani e la fastosità del culto. Dal IV secolo si diffusero i tropari (varietà di inni).
Il periodo d’oro della composizione di inni nella musica sacra bizantina si colloca tra il VI e il VII secolo, legato all’opera del siro Romano il Dolce Cantore, che scriveva nella sua lingua madre. Ci sono pervenuti 80 dei 1000 inni da lui composti, i cosiddetti kondakion.
Nei secoli VII-VIII, questo genere fu sostituito dal canone, il cui culmine si associa ai compositori di inni Andrea di Creta e al monaco bizantino Giovanni Damasceno (675-749). Giovanni Damasceno sistematizzò i canti della Chiesa ortodossa, stabilendo il cosiddetto oktoechos (sistema degli 8 toni, o modi), applicato anche nella musica sacra russa antica. Di norma, i canti erano eseguiti in uno dei toni. Fenomeno analogo ai modi medievali occidentali.
Dal X secolo si diffuse il genere della stichira. Alla fine del secolo, con l’adozione del cristianesimo secondo il modello bizantino, l’influenza di Bisanzio penetrò nella canto sacro russo e bulgaro, insieme ad altri elementi culturali e alla scrittura.
Un nuovo rinascimento dell’arte innica avvenne tra il XII e XIII secolo, grazie a Giovanni Kukuzel (uno dei maggiori compositori bizantini, metà XII – inizio XIII secolo, di origine bulgara). Nelle sue opere si fondevano elementi della musica popolare bulgara con il canto sacro. Kukuzel perfezionò anche la notazione bizantina medievale (“nevmi kukuzeliani”) e scrisse diversi trattati teorici.
Nel 1453, Costantinopoli cadde sotto i Turchi Ottomani, segnando la fine della fortezza millenaria del cristianesimo orientale e la conclusione della storia dello Stato bizantino.